In RR3 – Composizione 3 ho posto al centro un soggetto comune, quasi banale: un ragazzo al computer. Ciò che rende l’opera degna di attenzione è l’insolita inquadratura del soggetto che viene ritratto dall’alto. Come se qualcuno lo controllasse.
L’osservatore dell’opera si rende di fatto complice di questa violazione (della privacy) ai danni del ragazzo ed è così che, una scena apparentemente normale, assume una connotazione negativa.
Questo turbamento viene amplificato dalla seconda inquadratura, più ravvicinata, e dal rosso che crea una naturale tensione. Una situazione paradossale che affonda le sue radici in una fobia contemporanea diffusa: il perenne sospetto dell’inautenticità.
Oggi, nella società globalizzata, nell’era di internet e dei nativi digitali, il pubblico può potenzialmente accedere a tutte le informazioni ma questo non lo rende capace di capire tutto.
E sebbene è un fatto che la nostra privacy venga violata quotidianamente, è vero anche che dietro questa violazione non ci sia per forza un complotto, una cospirazione o un piano per la conquista del mondo. A volte l’osservatore osserva solo…a volte no.

L’opera fa parte della serie RR3 (rosso rosso numero 3).